L’appalto aveva l’obiettivo di attuare un ciclo integrato volto a massimizzare l’effettivo recupero dei materiali di rifiuto rimossi dai luoghi colpiti, ma la situazione emergenziale e l’assenza di un reale progetto operativo, rendevano tale obiettivo difficile da perseguire mantenendo la produttività richiesta con la dovuta attenzione agli aspetti ambientali e sociali.
La quantità totale di macerie rimosse nel corso dei lavori è stata pari a 35.722 tonnellate, delle quali il 99,92% è stato destinato a impianti di recupero. Di questi solo il 2% è stato inviato ad impianti di recupero esterni, mentre il 98% è stato reimpiegato localmente come misto inerte riciclato.
L’obiettivo è stato dunque pienamente raggiunto, superando le problematiche riguardo la possibile presenza di amianto, le difficoltà di allestimento del Sito nelle aree limitrofe e la carenza di un coinvolgimento dei cantieri locali per l’impiego del materiale riciclato prodotto.
Un fattore fondamentale per la riuscita del progetto è stato il coinvolgimento diretto di circa 10 lavoratori locali, che hanno dato un contributo determinante dal punto di vista emotivo, sociale e della conoscenza del territorio.
Altro aspetto importante è stata la cura del progetto di intervento, nonostante la somma urgenza, che ha permesso di valutare l’importanza di alcuni aspetti ambientali quali la bonifica da amianto e le modalità di allestimento del sito di recupero.
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